Giovanni Battista: l'ultima e la più straordinaria opera dipinta da Leonardo Da Vinci

 

Conosci Te Stesso

 

"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei."

Oracolo di Delfi

 

Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, la malattia non è altro che lo specchio del nostro stato psichico, in particolar modo dei nostri conflitti non risolti e/o non riconosciuti. Oltre ai mezzi terapeutici discussi, ultimo scopo della guarigione è ritrovare la nostra origine, la quale ci permette di liberarci da ciò che limita la nostra felicità. Questo è l'unico e ultimo scopo del nostro essere qui. Tramite la materia lo spirito si specchia e in questo atto entrambi si trasformano. Lo spirito e la materia, poli di una stessa unità, si rigenano reciprocamente tramite attrito che genera il fuoco della coscienza:

“Alza la testa, o Lanu; vedi tu una o innumerevoli luci al di sopra di te ardere nel cielo oscuro della notte?”. “Io percepisco una Fiamma sola, o Gurudeva, e vedo innumerevoli scintille non separate che in essa risplendono."

Helena Petrovna Blavatsky, Dottrina Segreta, I, 145

La nostra vera natura interiore è pura coscienza, è il Testimone che osserva. La componente personalità, fatta di un corpo, emozioni e mente, è il veicolo di manifestazione del Testimone. Il mondo manifesto ci stimola con infiniti impulsi, che ci catturano e con i quali finiamo per identificarci. Per mezzo di un percorso spirituale abbiamo la possibilità di riportare ordine su tutti i piani e ridiventare colui che osserva nei tre mondi, ovvero il Sé. La capacità di osservare è la via maestra per intraprendere questa trasformazione.

Krishnamurti, filosofo e maestro spirituale indiano, dichiara:

"C'è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all'angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente."

Jiddu Krishnamurti

Egli insegna come osservare i nostri pensieri e le nostre emozioni e spiega che se si impara ad osservare in maniera libera, senza condizionamenti dovuti a preconcetti, categorie di pensiero, identificazioni filosofiche o religiose, s'impara a vedere la realtà per quello che è. Questa capacità di osservazione è un atto d'intelligenza pieno d'energia e quindi il fatto stesso di osservare porta ad una trasformazione profonda, in quanto l'osservato e l'osservatore non sono separati.

Ecco alcuni estratti dei suoi discorsi negli ultimi anni della sua vita:

Krishnamurti alle nazioni unite:

 

 

Krishnamurti ebbe la straordinaria capacità di cogliere l'essenza della pratica spirituale e di tradurre in termini psicologici moderni e aconfessionali l'arte della realizzazione del Sé. In realtà tutte le religioni, tutte le vie spirituali non fanno altro che portare allo stesso punto: dentro di noi c'è una scintilla divina che se viene realizzata, diventa fonte di infinita felicità e beatitudine. Krishnamurti ha messo in risalto questa straordinaria possibilità dell'essere umano, ma ha voluto togliere qualsiasi dogma, credenza, appartenenza che potesse essere d'ostacolo a questa ricerca. Questo per mostrare che l'umanità e la verità sono un tutt'uno. Niente in realtà ci divide, se non le nostre illusioni.

L'arte dell'osservazione è quindi la via maestra per la conoscenza di Sé stessi, in quanto permette di comprendere i meccanismi psicologici che determinano il nostro comportamento e la coscienza stessa è una Luce proiettata su di essi. Ciò porta ad un triplice risultato: la comprensione psicologica, la sua trasformazione e il contatto con il proprio Sé. Infatti più si osserva e più si attiva la qualità della consapevolezza, che man mano diventa sempre più potente, realizzando così l'unità tra Anima e personalità.

 

Il Sé

 

"Invece di cercare ciò che non avete, trovate ciò che non avete mai perso".

Nisargadatta Maharaj

 

A questo punto insorge naturale la domanda: qual'è la vera natura del Sé? Il Sé è in realtà la nostra vera identità, la nostra coscienza spirituale, formata da Spirito (Monade) e Anima, che si manifesta tramite la personalità. Quindi abbiamo la triade Monade, Anima e personalità. L'anima funge da ponte tra lo Spirito e Materia. Il maestro Tibetano, tramite Alice Bailey, dà le seguenti definizioni (Tmb, p. 34-37):

"La definizione dell’anima si può considerare più facile di quella dello spirito, per il fatto che molti hanno provato un’illuminazione, uno sviluppo, un’elevazione, una beatitudine tali da convincerli dell’esistenza di uno stato di coscienza tanto lontano dall’esperienza comune, che li trasporta in un nuovo stato d’essere e su un nuovo livello di consapevolezza. È un’esperienza sentita, che comprende l’espansione psichica vissuta dai mistici di tutte le epoche e alla quale S. Paolo si riferisce quando dice di essere “stato trasportato fino al terzo cielo” e di avervi udito cose che all’essere umano non è permesso esprimere. Quando su quei livelli l’udito e la vista producono entrambi esperienze che vengono registrate, si ha l’occultista congiunto al mistico.
1. L’anima, macrocosmica e microcosmica, universale e umana, è quell’entità portata in esistenza dal rapporto stabilitosi fra l’aspetto spirito e l’aspetto materia.
a. L’anima non è quindi né spirito né materia, ma la relazione fra i due.
b. L’anima è il mediatore fra questa dualità: è il principio intermedio, l’anello di congiunzione tra Dio e la sua forma.
c. L’anima è quindi un altro nome per designare il principio cristico, sia nella natura che nell’essere umano.
2. L’ anima è la forza d’attrazione dell’universo manifestato e, se attiva, mantiene insieme tutte le forme affinché la vita di Dio possa manifestarsi o esprimersi attraverso esse.
a. L’anima è perciò l’aspetto costruttore della forma ed è la forza d’attrazione in ogni forma dell’universo, nel pianeta, nei regni della natura e nell’essere umano (che riassume in se stesso tutti gli aspetti), che origina la forma, la mette in grado di svilupparsi e crescere per ospitare in modo più adeguato la vita in essa dimorante, e che guida tutte le creature di Dio a progredire sul sentiero dell’evoluzione, da un regno all’altro, verso una meta finale e un glorioso compimento.
b. L’anima è la forza d’evoluzione stessa, e S. Paolo pensava a questo quando disse: “Cristo in noi, speranza di gloria”.
3. Quest’anima si manifesta in modo diverso nei vari regni della natura, ma la sua funzione è sempre la stessa, sia che si tratti di un atomo di sostanza e del suo potere di conservare la propria identità e forma e proseguire la sua attività lungo le proprie linee, sia che si tratti di una forma in uno dei tre regni della natura, mantenuta insieme dalla forza di coesione e che manifesta caratteristiche, prosegue la propria esistenza istintiva e opera come un tutto, verso qualcosa di più elevato e migliore.
a. L’anima è quindi ciò che conferisce caratteristiche distintive e differenti manifestazioni delle forme.
b. L’anima agisce sulla materia, costringendola ad assumere certe forme, a rispondere a certe vibrazioni e a costruire le forme fenomeniche specifiche che nel mondo del piano fisico riconosciamo come minerali, vegetali, animali, umane e altre forme ancora, nel caso di un iniziato.
4. Le qualità, le vibrazioni, i colori, le caratteristiche di tutti i regni della natura, sono qualità dell’anima, come lo sono i poteri latenti in ogni forma che cerca di esprimersi e che manifesta una potenzialità. Nel loro insieme, al concludersi del periodo evolutivo esse riveleranno la natura della vita divina e dell’anima mundi, la superanima che rivela il carattere di Dio.
a. Perciò l’anima, attraverso queste qualità e caratteristiche, si manifesta come reazione cosciente alla materia, poiché le qualità sono originate dall’interazione della coppia degli opposti, spirito e materia, nonché dalla loro mutua influenza. Questa è la base della coscienza.
b. L’anima è il fattore cosciente in tutte le forme, la sorgente della consapevolezza che tutte le forme hanno in sé e della rispondenza alle condizioni di gruppo ambientali, dimostrata da tutte le forme, a qualsiasi regno esse appartengano.
c. L’anima può, perciò, essere definita come l’importante aspetto insito in ogni forma, risultante dall’unione di spirito e materia, che sente, è consapevole, attrae o respinge, risponde o rifiuta di rispondere e mantiene tutte le forme in una condizione costante d’attività vibratoria.
d. L’anima è l’entità percettiva risultante dall’unione di Padre Spirito e Madre-Materia. È ciò che nel mondo vegetale, per esempio, determina la risposta ai raggi solari e lo sbocciare del fiore; è ciò che nel regno animale permette di amare il padrone, di cacciare la preda, di seguire gli istinti; è ciò che rende l’essere umano consapevole del suo ambiente e del suo gruppo, che lo mette in grado di vivere la sua vita nei tre mondi della sua normale evoluzione come spettatore, come colui che percepisce e come attore. È ciò che col tempo gli consente di scoprire che quest’anima insita in lui è duplice, che una parte di lui risponde all’anima animale, mentre un’altra parte riconosce l’anima divina. Attualmente gli uomini, per la maggioranza, non agiscono totalmente né come animali né come puri esseri divini, ma possono essere considerati anime umane."

Lo schema dei vari piani di manifestazione è il seguente:

Dallo schema è interessante notare che l'Anima viene definita come triade spirituale, formata quindi dal piano atmico (Volontà, Shiva, il Padre), piano buddhico (Amore, Vishnu, il Figlio) piano mentale superiore (Intelligenza, Brahma, lo Spirito Santo).

Definita la natura del Sé, ora ci domandiamo come prenderne coscienza? Abbiamo visto che il primo passo fondamentale è quello di sviluppare una capacità a concentrarsi e osservare il mondo esterno ed interno. Questa energia psichica focalizzata evoca la presenza del Sé in quanto fattore di consapevolezza. Il secondo passo è quello di intraprendere un processo di auto-indagine, che in sanskrito viene chiamato "Atma Vichara". Questa pratica è stata fatta conoscere al mondo intero dal grande saggio ed Avatar indiano Ramana Maharshi, come anche dal saggio Nisargadatta Maharaj. "Atma Vichara" è una pratica di Jnana Yoga che s'inscrive nella tradizione della scuola spirituale dell'Advaita Vedanta. Secondo Maharshi questa è la via maestra per la realizzazione del Sé. A tutti i sinceri ricercatori che si recavano alla sua presenza, Maharshi li invitava a porsi la domanda "Chi sono io?". Se l'aspirante se lo domanda con sincerità, si rende conto che la mente non ha una risposta e davanti a questo nulla, essa si aquieta e si arrende. In quel momento arriva un altro tipo di risposta, che non è mentale. La risposta è l'emanazione del Sé che fa percepire la sua Presenza in forme diverse, come Amore divino, beatitudine, gioia, intelligenza superiore e altre qualità spirituali. E' una reale risposta spirituale, che vari insegnanti hanno condensato simbolicamente nel termine e mantra "So ham", cioè "Io (Anima) sono questo". Questo passo può essere sperimentato solo dall'aspirante stesso, nessuno può donare questa risposta-esperienza ad altri, in quanto è una risposta emanata dal Sé. Se il ricercatore è sincero la risposta arriva. Il Cristo diceva: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Poiché tutti coloro che chiedono riceveranno, tutti coloro che cercano troveranno, a tutti coloro che bussano verrà aperto". (Matteo, 7,7-11).

Ecco alcuni documenti riguardanti l'incredibile Avatar Ramana Maharshi:

 

 

H.W.L. Poonja (chiamato anche affetuosamente Papaji) è stato uno dei discepoli principali di Ramana Maharshi, che aiutò, in maniera molto semplice ma efficace, a far conoscere agli occidentali la via dell'Advaita Vedanta:

 

La meditazione

 

Anandamayi Ma in samadhi

 

"Niente al mondo è più grande del Sé. Tutta la nostra gioia, tutta la nostra ispirazione, e tutta la nostra forza provengono dal Sé. Infatti il Sé contiene ogni cosa nell'universo. Voi lo sperimenterete quando vi volgerete all'interno e lo vedrete in meditazione."

Swami Muktananda

 

L'arte e la scienza che permette di stabilizzare il contatto con il Sé è la meditazione. Essa permette di costruire l'antahkarana, una struttura energetica, un ponte di Luce nella materia mentale superiore, che unisce la personalità con l'Anima, ovvero un canale di comunicazione fra la coscienza animica e il cervello. La costruzione del ponte di Luce richiede tempo, non è qualcosa che può avvenire a corto termine. Esso è un vero e proprio organo che si sviluppa gradualmente, grazie ad ogni contatto con la coscienza. La funzione della meditazione è quella di fungere da nutrimento, da catalizzatore in questo processo straordinario. Una volta che l'antahkarana si è formato completamente, la personalità e l'Anima diventano un unico essere e la coscienza non percepisce più separazione tra la realtà spirituale e quella mondana. Ogni forma di dualismo viene dissolta. L'individuo realizza così la sua vera natura. La realtà viene percepita in maniera radicalmente diversa, la divinità interiore si unisce con la divinità esteriore, il divino si manifesta sia come realtà trascendente che immanente. In effetti la più straordinaria rivelazione che sperimenta il meditante è che tutto è Dio. Il meditante entra così in puro stato di samadhi.
Per far capire che tutto ciò non è pura teoria, mi permetto di riportare un frammento di un'esperienza personale. In un viaggio in India soggiornai per alcuni giorni ai piedi della sacra montagna Arunachala. Un giorno, in compagnia di un caro amico, la risalì fino alla sua cima. Era la luna nuova del capricorno, ma non era un novilunio qualsiasi: quel giorno nello stesso segno si trovavano in tutto 6 pianeti. Il capricorno rappresenta la visione (dopo aver raggiunto la vetta) e il raggiungimento spirituale. Quel giorno fu una grande purificazione percorrere quel sentiero sotto il sole splendente, raggiungendo la cima di una delle montagne più sacre del subcontinente indiano, che secondo i Rigveda, è una delle principali incarnazioni di Shiva. Tornati da questo straordinario pelegrinaggio andammo a meditare in un piccolo ashram ai piedi della montagna, dove ogni giorno una yogina in perfetto silenzio dà il suo darshan. Fu in quell'occasione che mi venne donata un'esperienza spirituale che segnò indelebilmente il mio percorso interiore: in meditazione una benedizione, una gioia infinita pervase tutto il mio essere. Un flusso di energia divina saliva lungo la colonna vertebrale uscendo dal centro coronale al vertice del capo, andando ad abbracciare qualsiasi cosa nell'ambiente circostante. La stessa energia attorno a me ritornava attraverso il vertice pervadendo ogni cellulla del mio corpo. Questa danza di energia divina univa l'interno con l'esterno annullando qualsiasi tipo di separazione. Tutto era Uno. Ma ancora più straordinario era che ogni cosa che guardavo era assolutamente divina. Guardavo un granello di sabbia e vedevo Dio. Questa beatitudine aveva una tale forza che non dovevo fare niente perché continuasse, tutto avveniva in perfetta naturalezza e senza alcun sforzo per molteplici ore. Grazie a questo dono, in un momento cosmologico particolare, capii che ciò che i Maestri spirituali avevano sempre insegnato era assolutamente vero. Il Cristo disse: “Cerca prima il regno di Dio e tutto il resto ti sarà dato in aggiunta.” Sono infinitamente grato alla Vita per questa esperienza.

In termini di guarigione e di salute è facilmente comprensibile che la realizzazione di una coscienza meditativa permetta la fine di ogni forma di dolore psicologico. Ne consegue uno stato di pace e di gioia interiore, ristabilendo così il flusso armonioso di energia vitale in tutto il corpo, liberando ogni forma di contrazione energetica a livello di chakra, meridiani e nadi. L'apporto di energia vitale ad ogni cellula del corpo fisico è così garantita, innescando di conseguenza un potente processo di guarigione.

Swami Muktananda

Ci sono diverse tecniche di meditazione, ma in realtà la tecnica conta poco, quello che conta è comprendere il principio. Il mentale superiore è la porta verso il mondo sopramentale, se si capisce come polarizzarsi sul quel piano, poi è l'Anima che guida il meditante. Il Sé diventa l'oggetto della meditazione. Swami Muktananda al riguardo dice:
"Se volete meditare con successo dovete capire innanzi tutto su cosa meditate. La gente medita su ogni tipo di oggetto con le tecniche più svariate. Alcuni addirittura sulle loro fantasie. Altri su determinati punti del corpo, ma nessuno di questi sistemi vi può condurre al Sé. Se volete raggiungerlo, dovete meditare sul Sé, sul testimone interiore. Se non comprendete cos'è il testimone interiore, non meditate in modo corretto. La maggior parte della gente, invece di meditare sul Sé, insegue la mente cercando di cacciare i pensieri, come caccerebbe un ladro da casa sua, con un bastone." Poi continua dicendo: "Il Sé vede qualunque cosa facciate di qualsiasi cosa succeda all'interno o all'esterno di voi. Conoscere quel conoscitore è la vera meditazione. Quindi non cercate di porre condizioni alla vostra meditazione. Volgete semplicemente l'attenzione all'interno sul conoscitore che è sempre consapevole. Non preoccupatevi se la mente vaga. Nel cielo vanno e vengono molte nubi ma il cielo non ne è contaminato e rimane puro; così quando nascono pensieri e si disperdono nella mente, il Sé non ne è disturbato. Se potete, eliminateli, se non potete, cercate di percepire il testimone di questi pensieri. Se vi focalizzate su di lui, i pensieri si calmeranno da soli. Quando la mente diverrà del tutto libera dai pensieri, la luce del Sé si rivelerà naturalmente."

 

"Una volta che avrete convinto la vostra mente che volete veramente incontrare Dio nel silenzio interiore, sarà facile per voi sedersi in silenzio e meditare profondamente."

Yogananda

 

Swami Sivananda in samadhi

 

"Dalla meditazione viene un immenso silenzio; non il silenzio coltivato, non il silenzio tra due pensieri, tra due rumori, bensì un silenzio inimmaginabile. Il cervello diviene straordinariamente silenzioso, quando è impegnato in questo processo d'indagine; quando vi è silenzio, vi è una grande percezione. In questo silenzio vi è il vuoto, un vuoto che è la somma di tutta l'energia."

Jiddu Krishnamurti – La pienezza della vita – Ubaldini, Ed. 1980, p. 160

 

La meditazione di gruppo è un ulteriore mezzo per potenziare questa pratica, in particolar modo la meditazione di trasmissione.

 

La meditazione di trasmissione

 

"In risposta all'impulso della loro anima, molte persone, oggi, sono in cerca di un modo di servire. Una delle forme più potenti di servizio - che può essere facilmente effettuata e che produce risultati straordinari per il pianeta e per gli uomini che vi prendono parte - è la Meditazione di Trasmissione."

Benjamin Creme

 

Benjamin Creme

 

La meditazione di trasmissione è una forma moderna di meditazione di gruppo donata al mondo da parte del Maestro di Benjamin Creme nel marzo del 1974. Essa si basa su due punti fondamentali: il servizio (karma yoga) e la stimolazione energetica dei chakra (laya yoga).

In effetti la trasmissione è in primo luogo una maniera per servire il mondo, in quanto oggigiorno, con l'inizio dell'era dell'acquario, stanno affluendo nuove energie con una grande forza vivificatrice. Esse permetterano di trasformare tutte le vecchie strutture che hanno caratterizzato gli ultimi 2000 anni, dal mondo politico, religioso, economico, scientifico ed artistico. Siccome questi nuovi impulsi di coscienza-energia hanno una frequenza molto elevata, riescono con difficoltà a penetrare la rete eterica della terra. La trasmissione serve a trasformare queste vibrazioni in maniera che possano essere meglio integrate in questa rete ed essere assorbite nelle svariate attività umane. Come avviene ciò? Esse vengono canalizzate scientificamente tramite i chakra dei partecipanti che fungono in questo caso da veri e propri trasformatori, abbassandone le frequenze. Ne consegue evidentemente (secondo punto) una potente stimolazione dei centri psichici dei partecipanti. E' facilmente comprensibile che questo comporti uno stimolo efficace, potente ed armonioso del proprio sviluppo spirituale.
Creme, con una buona dose di umorismo, dice: volete aiutare il mondo, ma non sapete da dove iniziare? Allora fate la meditazione di trasmissione.
Perché la trasmissione dovrebbe essere così efficace? Essa è realmente un dono degli Dei, in quanto è gestita e guidata dai Maestri di Saggezza, Esseri che con la loro saggezza ed evoluzione spirituale, conoscono perfettamente queste energie. Essi le gesticono in maniera assolutamente scientifica, stimolando adeguatamente i chakra dei partecipanti (laya yoga) e mettendo al servizio dell'umanità più bisognosa queste forze vivificatrici (karma yoga).

La meditazione di trasmissione è qualcosa di straordinario, in quanto semplice, libera, aconfessionale, aperta a tutti, gratuita, in poche parole per tutta l'umanità o per lo meno per chi sotto l'impulso dell'Anima sente l'esigenza di servire. Gli stati di coscienza sperimentabili in questo tipo di lavoro sono incredibili e l'accesso al mondo del Sé accellerato.

A Locarno siamo un gruppo di circa 40 persone che hanno la possibilità di partecipare a 4 meditazioni di trasmissione alla settimana, e ognuno può parteciparvi come meglio preferisce. Per chi fosse interessato mi può scrivere a simone.lurati@bluewin.ch. Sarà mia premura fargli avere tutte le informazioni necessarie riguardo la tecnica della stessa e il libro della trasmissione in formato pdf (gratuitamente via mail). Chi volesse comprarlo in forma cartacea è disponibile in italiano.
Ulteriori informazioni li trovate ai seguenti siti:

http://www.shareintl.org

http://www.shareintl.org/background/xmission/tm_main.htm

http://www.share-italiano.org/medi1.shtml

 

 

 

 

 

L'Antahkarana (dipinto di B. Creme) è il ponte di coscienza-luce che viene costruito nel percorso spirituale, in maniera da unire la mente inferiore ai mondi sopramentali.

 

I Maestri di Saggezza

 

Più volte abbiamo accennato ai Maestri di Saggezza e per concludere questo capitolo, cercherò di dire ancora qualcosa di sensato riguardo questi Esseri straordinari.

Un Maestro di Saggezza è colui che ha realizzato perfettamente la natura del Sé, liberandosi completamente dai riflessi inferiori del suo essere, cioè da qualsiasi limite o illusione sul piano fisico, emotivo e mentale. Essi non hanno più una personalità, ma sono pura essenza divina. Essi rimangono sulla terra per aiutare i loro fratelli e sorelle minori, guidandoli da dietro le quinte, lungo il sentiero della liberazione. Hanno ispirato tutte le grande idee che sono alla base della civiltà umana, in qualsiasi settore, politico, spirituale, filosofico, economico, aritistico, scientifico e sociale. Senza di loro molto probabilmente l'umanità sarebbe ancora ai tempi delle caverne.

Nella maggior parte dei casi i loro nomi o volti non sono conosciuti: hanno vissuto per anni nei posti più reconditi della terra, come nell'Himalaya, Carpazi, deserto del Gobi, ecc., ispirando i discepoli più recettivi, che hanno a loro volta dato forma alle idee ricevute. Sempre più i Maestri si stanno avvicinando, diventando gradualmente noti all'umanità intera. Questo perché stiamo convergendo verso tre crisi fondamentali che coinvolgeranno tutto il pianeta, cioè la crisi economica, ecologica e la povertà devastante che colpisce circa 1 milliardo di esseri umani sulla terra. Essi ci aiuteranno a trovare le giuste soluzioni, a patto che siamo disposti ad un cambiamento di coscienza. Dev'essere l'umanità a chiederlo, Loro non infrangeranno mai il nostro libero arbitrio. Se questo avverà, ci mostreranno nuove vie, comprensioni e soluzioni. Il lavoro comunque saremo sempre noi a doverlo realizzare, ma con queste nuove comprensioni si aprirà difronte agli occhi dell'umanità una nuova era.

Nella storia dell'umanità diversi Maestri hanno segnato il suo percorso, si pensi a Krishna, Buddha, Gesù Cristo, Lao Tse, Confucio, Shankaracharya, Vyasa, ecc. Se si considera che queste incarnazioni sono avvenute negli ultimi 2500 anni, possiamo capire come la Loro apparizione sia stata relativamente rara. Oggigiorno stiamo vivendo un epoca incredibile, in quanto i Maestri saranno sempre più conosciuti e presenti su tutto il globo. Questo processo è gia in corso e per dare forma concreta a questa affermazione, elencherò brevemente le figure più straordinarie apparse nell'ultimo secolo e in parte attuale.

Paramahansa Yogananda

 

5.1.1893-7.3.1952

Yogananda è stato uno straordinario Yogi e Avatar che introdusse in tutto il mondo il Kriya Yoga e fece conoscere la straordinaria cultura spirituale indiana tramite il suo famosissimo best seller "Autobiografia di uno Yogi". Rivelò al mondo l'esistenza dello Yogi immortale Babaji, suo maestro, assieme a Swami Yuktesvar.

Sri Yukteswar Giri

 

10.5.1855-9.3.1936

Maestro di Yogananda e allievo di Lahari Mahasaya, che lo introdusse agli insegnamenti del Kriya Yoga. Scrisse il famoso libro "La scienza sacra".

 

Mahavatara Babaji

 

 

Il grande Avatar, Yogi, che vive nell'Himalaya, la cui età non è conosciuta. Maestro di Lahari Mahasaya, a cui rivelò il Kriya Yoga, che fu poi in seguito tramandato a Sri Yukteswa Giri e infine a Yogananda, che lo diffuse in tutto il mondo. Malgrado sia una delle figure spirituali più importanti nella cultura indiana, ben poche persone lo hanno incontrato. A differenza di molte voci al riguardo, Babaji di Haidakhan non è assolutamente un'incarnazione di Babaji qui presentato.

 

Ramakrishna

 

18.2.1836-16.8.1886

Straordinaria figura spirituale che ebbe un enorme impatto nella cultura indiana, che lo considera un Avatar. Insegnava l'unità delle religioni e la via per la liberazione. Era molto vicino ai più poveri e mostrò la via per una società senza caste.

 

Vivekananda

 

12.1.1863-4.2.1902

Discepolo di Ramakrishna, fondò nel 1897 la Ramakrishna Mission, allo scopo di "promuovere il miglioramento delle condizioni spirituali e materiali dell'umanità intera, senza alcuna distinzione di casta, credo, razza, nazionalità, genere e religione", e di promuovere la fratellanza fra gli adepti delle diverse religioni, nella consapevolezza che si tratta di forme differenti di unica religione eterna ed universale. Fu autore di diversi libri con lo scopo di creare un ponte tra occidente ed oriente. Percorse a piedi tutta l'India. Viaggiò in varie parti del mondo, tra cui gli stati uniti, dove tenne conferenze in varie università e parlò l'11.9.1893 al parlamento delle religioni mondiali.

 

Ramana Maharshi

 

30.12.1879-14.4.1950

 

Di questo straordinario maestro spirituale abbiamo già parlato sopra. Egli influenzò profondamente tutta la cultura spirituale mondiale, facendo conoscere l'Advaita Vedanta in tutto il globo. Essa è la via del non-dualismo, in quanto la visione del Sé è assolutamente non duale. Ramana è considerato il maestro moderno di questo straordinario insegnamento che ebbe in parte origine da quello di Shankaracharya.
Da tutto il mondo arrivava gente all'ashram di Ramana in cerca d'ispirazione: Egli nella maggior parte delle volte insegnava nel silenzio, tramite la sua incredibile presenza di puro amore.
Di Lui, Carl Gustav Jung scrisse: "Egli è genuino e, oltre a ciò, qualcosa di fenomenale. In India è il punto più bianco in uno spazio bianco". Jung ammise in seguito di non aver visitato Ramana nel suo soggiorno indiano, in quanto temeva che l'esperienza avrebbe scombussolato la sua teoria evolutiva della psiche.

 

Anandamayi Ma

 

30.4.1896-27.8.1982

Sivananda disse di lei: "Il fiore più perfetto che il suolo indiano abbia prodotto". Un maestro incredibile, che attrasse a sé migliaia di gente, solo tramite la sua sublime presenza. Passava settimane in pefetto samadhi, in pura beatitudine. Il suo volto esprimeva amore, bellezza e gioia. La sua estasi e il suo insegnamento ha ispirato un grande numero di discepoli.

 

Sathya Sai Baba

 

23.11.1926 - 24.4.2011

 

Per parlare di Sai Baba ci vorrebbero volumi interi. E' considerato la massima manifestazione divina in India. Assieme a Babaji uno dei più grandi Avatar.
La sua incarnazione precedente è Shirdi Sai Baba. Ha predetto quando morirà e quando e dove rinascerà nella sua terza incarnazione, Prema Sai, materializzando una sua immagine.

 

Shirdi Sai Baba, 1830-15.10.1918

 

 

Prema Sai Baba

Sai Baba è il maestro spirituale che ha avuto il più grande impatto mondiale mentre è ancora in vita. E' nato a Puttaparthi, un paesino di tre capanne in mezzo al nulla in una zona semidesertica del Sud dell'India. Senza mai muoversi da lì ha attratto a sé millioni di persone da tutto il mondo. Già in tenera età ha dichiarato di essere la seconda incarnazione di Shirdi Baba. La gente fu rapidamente colpita per la sua omniscienza e la sua capacità a materializzare qualunque cosa. Da bambino materializzava per esempio caramelle per gli altri bambini. In tutta la sua vita fece miracoli di ogni genere, tra cui risuscitare una persona che era morta da sei giorni. Ma il suo più grande miracolo è il suo insegnamento e la sua energia di Amore infinito e sconvolgente. Oltre a ciò ha costruito scuole e ospedali con cure gratuite in tutta l'India.
Si dice che Sai Baba abbia detto che avrebbe inviato altri 12 Avatar in tutto il mondo e in effetti si sa che in certi paesi sono già nati (anche in occidente).

 

 

In questo video vediamo alcuni immagini di Sai Baba al suo ashram principale a Puttaparthi. Si sente la Sua voce mentre canta il Gayatri Mantram, uno dei mantram più antichi nella storia dell'umanità, contenuto nei Rig Veda. Esso recita:

Om bhur bhuvah svah
tat-savitur varenyam
bhargo devasya dhimahi
dhiyo yo nah pracodayat

Il maestro Tibetano lo tradue in questa maniera:

O Tu, che dai sostentamento all'universo,
Da chi tutto procede,
A chi tutto ritorna,
Svelaci il volto del vero sole spirituale
Nascosto da un disco di luce d'oro
Affinché possiamo conoscere la Verità
E compiere tutto il nostro dovere
Mentre viaggiamo verso i Tuoi sacri Piedi.

Per i più scettici rispetto gli innumerevoli miracoli fisici di Sai Baba, c'è un suo templio a Mysore dove ci sono tre miracoli permanenti, 24 ore su 24 da tantissimi anni. Ognuno può recarsi in quel luogo e toccare con mano questi miracoli. Il primo miracolo è un quadro di Sai Baba che continua a produrre vibhuti, il secondo i piedi in pietra di Shirdi Baba che continuano a produrre olio di gelsomino. Il terzo miracolo sono due medagliette (raffiguranti Shirdi e Sathya) che producono ogni giorno diversi litri di amritha (una specie di miele con un gusto squisito, che normalmente si forma nella bocca dei santi in meditazione per nutrire il loro corpo). Esse vengono messe sulle mani dei visitatori e sulle stesse si vede colare fuori dal nulla considerevoli quantità di amritha.

 

 

 

La domenica di pasqua, il 24.4.11 alle 7.40 am (IST), l'incarnazione di Vishnu, Sathya Sai Baba, ha lasciato il suo corpo. Sai Baba aveva predetto questo evento per l'età di 96 anni e in effetti ciò era corretto. Secondo il calendario romano ha completato 84 anni. Ma si può notare che generalmente in tutti i suoi discorsi Baba si riferiva al calendario lunare (basato sulle stelle). Nell’astrologia indiana ci sono 27 stelle in ogni mese, iniziando con Aswathy e finendo con Revathy. Secondo questo calcolo un anno di 12 mesi è composto da 324 giorni. Baba è nato il 23 novembre 1926. Da quel giorno fino al 24 aprile 2011 ci sono stati un totale di 30'834 giorni. Dividendo questo numero per 324 si ottiene 95 anni e 54 giorni. Secondo questo modello di calcolo basato sulle stelle Baba era nel suo 96esimo anno, avendo vissuto 54 giorni prima di lasciare il corpo fisico.
Dal momento che Baba non ha mai indicato che si riferiva al calendario romano, Philip Prasad è dell’opinione che la profezia di Baba era effettivamente corretta.

 

Ultimo saluto di Baba al suo ultimo Darshan:

Normalmente Sai Baba salutava i devoti sempre con le mani in posizione di benedizione, o con la mano destra nella posizione Abhaya Hasta. Al suo ultimo darshan ha salutato con le mani congiunte, il saluto namaskar tipico dell'India. Non ho mai visto Sai Baba salutare in questa maniera. Era un segno chiaro che sapeva che avrebbe lasciato il piano fisico e voleva prendere così commiato dall'umanità. La semplicità della sua onniscenza è semplicemente divina. Qui di seguito riporto tutte le foto di questo suo ultimo saluto:

 

 

 

Mahasamadhi di Sai Baba:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi è Sai Baba? Qui di seguito trovate un interessante link dove vengono riportate ulteriori informazioni riguardanti una delle più straordinarie incarnazioni divine che l'umanità abbia mai conosciuto:

 

http://www.saibaba-aclearview.com/it/contents2.html

 

 

Premananda

 

17.11.1951 - 21.2.2011

Straordinario Maestro ed Avatar vissuto nel Sud dell'India. Chi ha incontrato Swami conosce esattamente la sua natura spirituale sbalorditiva. Prima ancora che Gli si poneva la domanda, Egli dava già la risposta. Le materializzazioni e i suoi miracoli sono talmente innumerevoli, che non si contano più. Premananda è stato falsamente accusato di crimini mai commessi ed è un ulteriore esempio di un incarnazione divina messa a morte dall'ignoranza umana. Lui malgrado ciò è rimasto intoccato dalla situazione, continuando ad emanare pace, gioia divina, compassione e occupandosi amorevolmente dei problemi dell'umanità. E' stato un incredibile esempio di perfetto Amore!

Dopo che Premananda ha lasciato il corpo il 21.2.11, per la Mahashivaratri ha compiuto ancora un miracolo per la gioia dei presenti nell'ashram: mentre stava togliendo i fiori dell'ultima Maharudra abishekam, un devoto ha scoperto tra i fiori un grande lingam coperto con kumkum.

 

Lingam materializzato da Premananda dopo la sua morte.

 

Djwal Khul

 

 

Conosciuto anche come il Tibetano, ben poco si sa di questo straordinario Maestro. Le poche informazioni provengono dalla letteratura teosofica e dalla monumentale opera di Alice Bailey. Infatti fu il Tibetano a contattare telepaticamente Alice Bailey a cui detto 24 volumi di sublimi insegnamenti spirituali. Si dice che non esista nessun altro libro che raggiunga un tale livello di conoscenza spirituale. L'unica informazione riguardante la sua vita fisica riporta che sia stato un importante Lama di una lamaseria in Tibet. La sua età non è conosciuta.
In ognuno dei suoi libri l'introduzione recita in questa maniera:

"ESTRATTO DA UNA DICHIARAZIONE DEL TIBETANO
(pubblicata nell’agosto del 1934)
...basti dire che sono un discepolo Tibetano di un certo grado, cosa questa che a voi dice ben poco, poiché tutti siamo discepoli, dal più umile aspirante fino al Cristo medesimo e oltre. Io vivo in un corpo fisico come gli altri uomini, ai confini del Tibet, ed in certi periodi - dal punto di vista exoterico, e quando altri miei doveri me lo consentono - presiedo un vasto gruppo di Lama tibetani. Questo è il fatto in base al quale è stato detto che sono un Abate di quella particolare Lamaseria. Coloro che collaborano con me all’opera della Gerarchia (e tutti i veri discepoli vi partecipano) mi conoscono anche sotto un altro nome e per un altro Officio. A.A.B. sa chi io sono e mi riconosce sotto entrambi i nomi.
Sono un vostro fratello che ha viaggiato un poco più a lungo sul Sentiero e ha perciò contratto maggiori responsabilità. Sono uno che ha lottato e si è aperta la via fino a trovare una luce maggiore di quella che possono avere gli aspiranti che leggono queste pagine, e devo perciò agire quale trasmettitore della Luce, a qualunque costo. Non sono vecchio, secondo il modo consueto di considerare l’età dei maestri, pure non sono giovane, né privo d’esperienza. L’opera mia consiste nell’insegnare e nel diffondere, e sto facendolo da molti anni. Cerco anche di aiutare il Maestro M. e il Maestro K.H. ogni volta che se ne offre l’opportunità, poiché sono stato per lungo tempo in rapporto con Loro e con il Loro lavoro.
In tutto quanto precede, vi ho detto molto, ma nulla che possa indurvi ad offrirmi quella cieca obbedienza e quella vana devozione che gli aspiranti emotivi offrono al Guru, o al Maestro, con il quale sono ancora incapaci di entrare in rapporto. Essi non potranno stabilire quell’auspicato contatto fino a quando non abbiano trasmutato la devozione emotiva in servizio non egoistico all’Umanità, non al Maestro.
Le opere che ho scritto sono offerte al pubblico senza alcuna pretesa che vengano accettate. Esse possono essere, o non essere corrette, vere e utili. Sta a voi accertarne la verità con la retta pratica e l’esercizio dell’intuizione. Né a me né ad A.A.B. interessa minimamente che vengano accolte come ispirate, né che tutti ne parlino concitatamente come di scritti di uno dei Maestri. Se esse presentano la Verità in modo tale da costituire una continuazione degli insegnamenti già dati al mondo; se le informazioni impartite elevano l’aspirazione e la volontà di servire dal piano delle emozioni a quello della mente (il piano ove i Maestri possono essere trovati), allora avranno servito al loro scopo.
Se un insegnamento suscita una risposta della mente illuminata e fa brillare un lampo d’intuizione, può essere accettato, ma non altrimenti. Se quanto vi si afferma finirà per essere corroborato e apparire vero alla luce della Legge di Corrispondenza, sarà bene. Ma se ciò non avverrà, lo studioso non accetti quanto vi si dice."

Tramite i suoi scritti, fra le infinite informazioni, fu donata all'umanità la Grande invocazione. Essa fu data in dono, nel plenilunio del giugno del 1945, da Maitreya il Cristo a tutta l'umanità. Al riguardo A. Bailey commenta: " Questa Invocazione non appartiene ad alcun gruppo, ma a tutta l'Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità e nel suo esprimere certe verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale: la verità che esiste un'Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni apparenza esterna il potere motivante dell'Universo è Amore; la verità che una grande individualità, dai cristiani chiamata Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell'amore perché potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien detto il Volere di Dio; e infine l'evidente verità che solo per mezzo dell'umanità stessa il Piano Divino troverà attuazione ".
Essa permette d'invocare in maniera efficace le energie spirituali provenienti dal Buddha, dal Cristo e da Shamballa.

 

La Grande Invocazione

Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca Luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.

Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca Amore nei cuori degli uomini.
Possa Cristo tornare sulla Terra.

Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto
Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il proposito che i Maestri conoscono e servono.

Dal centro che vien detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce
E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.

Che Luce, Amore e Potenza ristabiliscano il Piano sulla Terra.

 

Maitreya

 

Apparizione di Maitreya a Nairobi l'11.6.1988

 

Maitreya è il maestro dei maestri, è colui che è atteso da generazioni da tutte le maggiori religioni. I Cristiani lo conoscono come il Cristo e aspettano il Suo imminente ritorno. Gli Ebrei lo aspettano come il Messia; gli Indù attendono il ritorno di Krishna; i Buddisti lo aspettano come Maitreya Buddha; i Musulmani aspettano l'Imam Mahdi. I nomi possono variare ma tutti indicano lo stesso Essere: L’Istruttore del Mondo di nome Maitreya.

Preferendo di essere conosciuto semplicemente come Insegnante, Maitreya non è venuto come un leader religioso, o per fondare una nuova religione, ma come insegnante e guida per la gente di ogni religione e per coloro che non appartengono a nessuna religione.

In questo periodo di grande crisi politica, economica e sociale, Maitreya vuole ispirare l'umanità a vedere sé stessa come un'unica famiglia e creare una civiltà basata sulla condivisione, sulla giustizia economica, sociale e la cooperazione globale.

Egli vuole invitare all'azione per salvare milioni di gente che muoiono di fame ogni anno in un mondo di abbondanza. Tra le raccomandazioni di Maitreya c'è il cambiamento nelle priorità sociali in modo che un'alimentazione adeguata, alloggio, vestiario, istruzione e cure mediche diventino diritti universali.

Sotto l'ispirazione di Maitreya, l'umanità stessa apporterà le modifiche necessarie e crearà un mondo più giusto e sano per tutti.

Secondo le indicazioni di Benjamin Creme, Maitreya ha già iniziato a dare delle interviste sui canali televisi americani, spiegando quali sono i meccanismi economici che recano tante ingiustizie negli equilibri mondiali. Sempre più le sue idee attireranno l'attenzione della gente, generando un cambiamento di coscienza mondiale. Assieme a lui saranno attivi altri Maestri che collaborano direttamente al suo piano. Alcuni di loro sono già presenti in diverse città principali del mondo.

Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente sito:

http://www.shareintl.org/index.htm

 

 

 

 

 

L'appello (Maitreya tramite Helena Roerich):

Al Nuovo Mondo il mio primo messaggio.

Tu che hai dato l’Ashram,
E tu che hai dato due vite,
Proclama.
Costruttori e guerrieri, serrate le file.
Lettore, se non hai compreso — rileggi,
dopo qualche tempo.
Il predestinato non è accidentale,
Le foglie cadono quando è l’ora.
E l’inverno non è che il messo della primavera.
Tutto è rivelato; tutto è raggiungibile.
Vi coprirò con il Mio scudo,
purché lavoriate.
L’ho detto.

Io sono — la tua Beatitudine
Io sono — il tuo Sorriso
Io sono — la tua Gioia
Io sono — il tuo Riposo
Io sono — la tua Forza
Io sono — il tuo Valore
Io sono — la tua Saggezza

 

Maitreya, il conquistatore. Nicholas Roerich, 1926 (o fine del 1925)

 

 

"Solo un amore assoluto e incondizionato per la Verità può salvare l'essere umano dall'illusione."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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